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Corteggiamento in amore, cos’è cambiato oggi?

Corteggiamento in amore, cos’è cambiato oggi?

“Negli ultimi anni non faccio altro che collezionare un sacco di primi appuntamenti, senza mai andare oltre. Per qualche motivo, nonostante spesso ci sia sintonia e intimità, l’interesse iniziale tende a scemare. Ho compreso, a mie spese, che conoscere davvero qualcuno richiede tempo ed energie che non tutti sono disposti a investire: o tutto e subito o niente. Ma cosa sta succedendo? Dove è finito il corteggiamento”?

Lo sfogo di A., durante la nostra prima sessione di coaching, mi ha vista per un attimo a bordo della mitica DeLorean mentre Doc si affanna a portarmi indietro nel tempo, esattamente alla mia adolescenza. L’epoca dei cuori infranti e dei tormenti d’amore ma anche dei più serrati corteggiamenti da parte di chi s’inventava qualsiasi escamotage pur di non mollare la presa.

Era la stagione degli inseguimenti ad hoc per scoprire l’indirizzo di casa e delle consultazioni, a prova di miopia, di quei grossi tomi – chiamati elenchi telefonici – per trovare il numero di casa. Se il nome del “capofamiglia” era incerto, iniziava la vera prova di audacia: chiamare tutti i numeri corrispondenti al cognome.

E non era finita lì. Una volta reperito il bottino, il predatore di turno inscenava una presentazione impeccabile alle orecchie del filtro-genitore per poi passare alla prova finale: chiedere un appuntamento al diretto interessato.

Prendere il telefono e invitare qualcuno a uscire – richiedeva coraggio, pianificazione strategica e un considerevole investimento di ego. Mentre sull’altro versante, quello prettamente femminile, imperava il classico, mai dimenticato “Se lo vuoi conquistare, devi farti desiderare”.

Perché il corteggiamento sta scomparendo?

Se da un lato, queste dinamiche potrebbero risuonare arcaiche a coloro che possono “ordinare”, quasi fosse cibo a domicilio, un appuntamento con un semplice tocco di smartphone, dall’altro appare quasi evidente come il corteggiamento sia oggigiorno un comportamento in via d’estinzione.

La parola stessa richiama atteggiamenti propri dell’amor cortese, di epoche di dame e cavalieri, in cui la donna, prima di concedersi, veniva omaggiata a lungo dall’aspirante ammiratore. Il cavaliere giurava fedeltà alla donna amata e le offriva un “servizio”: un’impresa militare con cui mostrare il proprio valore o dei versi poetici.

Oggi il corteggiamento non esiste quasi più. In parte ciò è dovuto alla tecnologia, in particolare all’avvento dei social network e delle app dating. Per un altro verso, il motivo riflette l’insicurezza, la fretta e l’impazienza, tipiche del nostro tempo. Senza contare la naturale evoluzione dei rapporti tra uomo e donna che ha portato al superamento dei ruoli fissi e rigidi.

Incontri a colpi di tecnologia.

Se ci pensi, la cultura degli incontri si è evoluta in un ciclo di messaggi di testo, ognuno dei quali richiede, ahimé, l’abilità di interpretazione del codice Hammurabi. Chiedere un appuntamento a voce, magari con qualche giorno di preavviso, sembra ormai una pratica obsoleta come un telefono con disco rotante. Ci si incontra tramite chat, post di Facebook, messaggi istantanei su Instagram e altri “non appuntamenti” che lasciano uno stuolo di persone confuse e intrappolate nel limbo delle relazioni liquide.

La tecnologia è, senza dubbio, il principale responsabile di questo cambio di tendenza. Il corteggiamento appare quasi come un annuncio promozionale al quale non siamo interessati e aspettiamo di cliccare su “Skip Intro” per visualizzare direttamente l’oggetto di nostro interesse: l’incontro “informale”.

Il corteggiamento tradizionale – chiedere un vero appuntamento, presentarsi a casa sua, aprire la portiera dell’auto, cenare a lume di candela, regalare fiori e prendersi tutto il tempo necessario per conoscersi – richiedeva coraggio, pazienza ma soprattutto determinazione.

Non è così con messaggini, emoticon, social network, app dating e altre forme di “comunicazione asincrona”, che rimuove gran parte di impegno e responsabilità.

Sembra quasi che ci si impegni di più a cercare una serie Tv da guardare su Netflix, con tanto di trame e recensioni, piuttosto che formulare una proposta di invito coerente alla persona interessata.

I servizi di incontri online, a tal riguardo, (di questo ne parlerò prossimamente) rafforzano l’approccio iper-informale dilatando notevolmente il numero di potenziali incontri. Di fronte a un flusso infinito di single tra cui scegliere, perché fermarsi alla prima persona conosciuta?

Per questo si opta per appuntamenti “ad alta velocità”, possibilmente economici e senza pretese. Del resto, è come se si giocasse a mirare il bersaglio con le freccette. Alla fine qualcuna si attaccherà. Compatibilità? Attrazione? Poco importa. Basta che si concluda e che si porti a casa in fretta il risultato.

C’è un’altra ragione per cui i single trascurano il corteggiamento. Se un tempo lo scopo dello stesso era conoscere a fondo una persona, con il suo background, l’educazione, gli hobby e i suoi gusti culturali, adesso, nell’epoca dei social network, non è più necessario.

Siamo tutti dottorandi in stalking su Internet. Pensiamo di sapere tutto dell’altro, accontentandoci di visualizzare la galleria delle foto e leggere qualche post random.

Fretta, indecisione e incertezza.

Non ci si corteggia più perché sembra che andiamo tutti di fretta. Sì, perché oggi non si ha nemmeno voglia di investire il proprio tempo nella conoscenza della persona che ci piace, con il rischio tra l’altro, di essere rifiutati. L’eccessiva disponibilità di occasioni porta all’incertezza perenne: perché corteggiare a lungo una persona quando potrei rimediare incontri con persone diverse?

Il “tutto e subito” e “avanti il prossimo”, nel caso in cui si facesse un buco nell’acqua, non fa altro che rivelare una profonda insicurezza ancorata a questo presunto modo di corteggiare e di amare. Uomini e donne pieni di paure, profondamente insicuri, spaventati dai propri sentimenti, sembra facciano fatica a sostenere l’impegno emotivo di una relazione.

Così la quantità si sostituisce tristemente alla qualità.

Meno si corteggia, meno ci si sente responsabili se, dopo una rapida verifica, ci si dà alla fuga, o si intende mantenere il rapporto all’insegna della vaghezza. Tuttavia, i motivi possono anche essere altri. Molti non corteggiano non solo perché non sanno quello che vogliono ma anche perché, a volte, sono confusi dall’iniziativa delle donne.

Ibridazione dei ruoli.

La parità dei diritti e dei doveri tra generi ha generato non poche confusioni sul fronte del corteggiamento. Un esempio è il semplice atto di aprire la portiera dell’auto o tenere aperta una qualsiasi porta per consentire l’ingresso a una donna. Questi sono dei classici esercizi di corteggiamento, ma molti uomini non li praticano più perché temono che la donna possa considerarli atti sessisti anziché gesti gentili e rispettosi.

E così, braccati da un esercito di donne emancipate e decisamente più determinate di una volta, sembrano aver perso il piglio del cacciatore, preferendo diventare prede.

Un’altra caratteristica del corteggiamento, oggi caduto nel dimenticatoio, è il tempo necessario per conoscere l’altra persona. Tempo fa era buona norma conoscersi lentamente prima di diventare sessualmente intimi l’uno con l’altra.

Tuttavia, con la loro erosione, le coppie di solito si trovano a vivere l’intimità molto presto prima di conoscersi davvero. Di conseguenza, il sesso precede la conoscenza reciproca in una frequentazione. Ed è per questo che spesso si è confusi, non si sa ciò che si vuole, se ci si sta impegnando o meno. Uno dei due nella coppia potrebbe persino ritrovarsi a pentirsi dell’atto perché si rende conto di aver fatto sesso con un estraneo.

Questo è il motivo per cui ci sono così tante coppie che, dopo aver condiviso l’intimità, non si sono più sentite. Se avessero aspettato più a lungo, se avessero investito il giusto tempo nella conoscenza, la relazione avrebbe preso una piega diversa.

corteggiamento in amore

Corteggiamento: come resuscitarlo?

Cosa si può imparare da tutto questo? Principalmente, mentre non è necessario seguire rigorosamente tutte le tradizionali pratiche del corteggiamento, ci sono certamente alcuni elementi che andrebbero adottati per aumentare le probabilità di avere una relazione a lungo termine con qualcuno.

Concedersi più tempo per conoscersi, prima di finire in camera da letto, o peggio, prima di puntare a un’altra preda solo perché più disponibile, probabilmente aiuterà ad aumentare le possibilità di una frequentazione e, successivamente, di una relazione più permanente.

Il corteggiamento non deve necessariamente ricalcare le modalità di un tempo oggettivamente superato: rose rosse, lettere d’amore e cene offerte. Occorre piuttosto comunicare all’altro un senso di cura, di protezione, di attenzioni. Del resto, a tutti piace la fase del corteggiamento, anche gli animali. Che dire dell’esibizione della ruota del pavone, o del canto delle balene, o ancora delle lotte degli scimpanzé per accaparrarsi la femmina?

Ricevere attenzioni, essere conquistati attraverso un sottile gioco di seduzione, molto spesso gratifica.

Ammettiamolo: quanto è meraviglioso il corteggiamento in sé? Quel cercarsi, quella telefonata improvvisa, la voglia di comunicare con l’altro, aprirsi poco alla volta, avere un’attenzione particolare, anche di piccola portata, come dolcificare il caffè secondo il gusto dell’altro o inviare un link su un argomento che di sicuro sarà di suo interesse.

Ricorda: non avere fretta, prenditi il tempo che la conoscenza dell’altro richiede.

 

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